Il Parco Nazionale del Vesuvio, cosa vuole essere da grande?

Ci siamo resi promotori di una lettara appello al Presidente della Regione Campania, per chiedere a braci ancora calde che finalmente si pensi allo sviluppo ecosostenibile del nostro Parco Nazionale, in modo che tutto ciò non accada più!

Dopo tutto quello che sta accadendo sulla nostra splendida montagna ieri io, Lello D’Avino ed i membri di NOI ORA, insieme agli amici di Alleanza per Sant’Anastasia e l’associazione l’Aurora Onulus di Ottaviano ci siamo resi promotori di una lettara appello al Presidente della Regione Campania ed ai Consiglieri reginali per chiedere a braci ancora calde ed a gran voce che finalmente la politica pensi allo sviluppo ecosostenibile del nostro Parco Nazionale, in modo che tutto ciò non accada più!


Alla cortese attenzione del Presidente della Regione Campania
Onorevole Vincenzo de Luca

Alla cortese attenzione dei Consiglieri del Consiglio Regionale della Campania

per conoscenza alla presidenza e alla direzione del
Parco Nazionale del Vesuvio

vesuvio in fiammeweb

Egregio signor Presidente stimatissimi Onorevoli consiglieri di codesto Consiglio Regionale, quanto è accaduto e ancora sta accadendo in queste ore nella nostra amata regione a danno del pa

trimonio naturalistico e ambientale è a un tempo sconcertante e drammaticamente inaccettabile, in quanto evidenzia in modo tragico l’impreparazione di questa regione e delle istituzioni preposte alla tutela di questi beni ambientali nel fronteggiare situazioni di questo tipo.
Dobbiamo viverlo come un attacco alla nostra comunità civile, un attacco ad uno dei simboli della nostra regione.
L’incapacità di una adeguata reazione e veloce spegnimento degli incendi che stanno interessando il Parco Nazionale del Vesuvio non sono certo da collegarsi all’operato di piromani, ma alla scarsa pianificazione di interventi di tutela preventiva. Il Parco Nazionale del Vesuvio da anni vive in uno stato di incuria, la maggioranza del suo vasto territorio boschivo è abbandonato a se stesso ed è in molti luoghi ridotto a discarica abusiva con enorme danno alla natura e alle persone. I vincoli, in alcuni casi troppo stringenti, imposti dal piano del Parco hanno costretto in molti casi gli agricoltori ad arretrare se non a ritirare del tutto le proprie colture, con la conseguenza di una mancanza di tutela privata che almeno poteva essere un aiuto in assenza di quella pubblica.
Insomma parliamo di un Parco Nazionale, patrimonio naturale dell’Unesco, che però è tale solo sulla carta e non è per nulla paragonabile quanto ad infrastrutture basilari e di sicurezza neppure al più piccolo dei parchi naturali non diciamo internazionali o europei ma italiani.
In Campania mancano uomini, mezzi e strategie di intervento, ed il disastro del Vesuvio è il manifesto o la fotografia della scarsa considerazione regionale

e provinciale o metropolitana che dir si voglia del patrimonio naturale campano. La politica di tutela della flora e fauna naturale non si fa solo bloccando le licenze edilizie e incrementando gli abbattimenti degli abusi, ma mettendo uomini e mezzi a difesa preventiva di questo patrimonio. I piromani ci sono sempre stati ma se vi fosse abbastanza sorveglianza probabilmente non si arriverebbe a tanto. Che la natura perdoni la noncuranza degli uomini preposti a questi compiti di tutela che sono in qualche modo complici di questo disastro.
A noi cittadini di queste terre alle pendici del Vesuvio tocca sin da subito pensare in prima persona al ripristino della nostra terra ed alla pianificazione di una maggiore tutela.

A fiamme spente tocca a noi ed in primo luogo alle preposte istituzioni far si che dalle ceneri rinasca come un’araba fenice il Parco del Vesuvio, ma da questo evento tragico dobbiamo trarre insegnamento per ricostruire un Parco Nazionale del Vesuvio che possa davvero dirsi tale, che abbia infrastrutture, uomini, mezzi e risorse tali da impedire che quanto è accaduto possa ripetersi in futuro. Dobbiamo ricostruire un Parco Nazionale del Vesuvio che possa essere realmente meta di turismo nazionale ed internazionale, e ciò sarà possibile solo dotandolo di tutto ciò di cui ha bisogno un parco nazionale per essere realmente fruibile ai visitatori, non un bosco chiuso da guardare da lontano come il solo sfondo verde di una cartolina, ma un parco vivo, meta di escursioni non solo di temerari escursionisti attrezzati e pronti all’imprevisto ma di famiglie. Dobbiamo restituire il Vesuvio ed il Monte Somma al suo popolo ed all’umanità. Per farlo abbiamo bisogno di un intervento strutturale della Regione e della Città Metropolitana. L’Ente Parco Nazionale del Vesuvio deve pianificare l’investimento dei suoi ingenti fondi in tal senso dotandosi di mezzi di emergenza in numero adeguato al fine di non trovarsi nella poco dignitosa situazione di elemosinare mezzi di soccorso altrove. L’Ente Parco Nazionale deve realmente vigilare sul suo patrimonio boschivo, predisponendo bonifiche ambientali, disboscamenti e rimboschimenti controllati, monitorando la natura idrogeologica del suolo, predisponendo impianti e condutture in grado di portare acqua nei punti nevralgici del territorio boschivo che data la natura del territorio non è raggiungibile con le autobotti.
Da anni i comuni alle pendici del Vesuvio e del Monte Somma chiedono, molto spesso troppo blandamente, interventi volti in tal senso alla tutela e alla riqualificazione del patrimonio paesaggistico ed ambientale, da altrettanto tempo quelle richieste cadono inascoltate o le promesse fatte loro restano disattese.
Ci auguriamo che queste parole e questa ennesima richiesta di aiuto che vi porgiamo a braci ancora calde non cada nuovamente inascoltata nell’attesa di un nuovo disastro.

                                                                Movimento Civico                        Movimento Civico                      Associazione

                                                                     NOI ORA                     ALLEANZA PER SAN’ANASTASIA          L’Aurora Onlus

                                                            (Somma Vesuviana)                         (Sant’Anastasia)                       (Ottaviano)  


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