Città Metropolitana questa sconosciuta

Manca poco per conoscere chi sarà il primo Cittadino di Napoli, e mentre in città si è avviata una tiepida campagna elettorale, gli aspiranti Sindaci sono intenti ad illustrare i loro programmi per la rinascita delle città partenopea, per la verità più slogan che veri e propri programmi definiti e organizzati.

Manfredi, Maresca, Clemente e Bassolino nei loro programmi troppo spesso dimenticano la Città Metropolitana

articolo pubblicato sull’Avanti Napoli numero del mese di Agosto/Settembre2021

Manca poco per conoscere chi sarà il primo Cittadino di Napoli, e mentre in città si è avviata una tiepida campagna elettorale, gli aspiranti Sindaci sono intenti ad illustrare i loro programmi per la rinascita delle città partenopea, per la verità più slogan che veri e propri programmi definiti e organizzati. Nella politica di un tempo ormai passato nelle sezioni si insegnava che prima vengono i programmi, poi le persone. Era un retaggio delle forme politiche strutturate ed articolate in partiti, e basate sulle loro forti ideologie. I programmi erano in effetti emanazione delle ideologie e delle direttive che il partito sceglieva tramite i suoi periodici congressi e, poi, non era così importante chi li portasse avanti, il programma era la via maestra, lo spartito al quale il direttore d’orchestra di turno doveva adeguarsi. Oggi dopo la crisi dei partiti e l’avvento della politica dei social network il modello si è ribaltato e il candidato è diventato il nucleo catalizzatore della campagna elettorale, dettando i tempi della presentazione di liste, gli apparentamenti e relegando ad ultima preoccupazione quella della formulazione ed espressione di un programma identificativo della sua idea di città. E infatti sino ad oggi, a guardar bene si è parlato solo di candidati ma non di programmi eppure le elezioni sono alle porte. Solo un vago chiacchiericcio, un disegno fumoso delle loro idee lascia intendere qualcosa di quelli che potrebbero essere (ma non è detto che siano casomai si offendesse qualcuno e saltasse qualche apparentamento) i reali programmi.


Tutti i candidati, indipendentemente dal colore politico, sembrano tuttavia apparentati da un punto in comune, la manchevolezza di idee e progetti per la città Metropolitana. Quella che una volta era la Provincia di Napoli e che resta una delle aree con il rap-porto densità di popolazione e territorio più alto d’Europa sembra non interessare agli aspiranti inquilini di Palazzo San Giacomo, d’altronde non si può dargli torto visto che la scellerata riforma Delrio, che doveva sancire l’abolizione delle provincie, prevede che ad eleggere il futuro Sindaco metropolitano siano solo gli abitanti della Città di Napoli. Quindi secondo l’attuale sistema a gestire le competenze del ex provincia che conta più di 3 milioni di abitanti sia un sindaco eletto da solo i 941 mila residenti Napoletani. Eppure La Città Metropolitana si occupa di “pianificazione territoriale generale”, comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture, anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e all’esercizio delle funzioni dei comuni ricompresi nell’area, che tradotto in termini pratici varrebbe a dire, ad esempio, che l’edilizia scolastica secondaria, op-pure la rete stradale metropolitana, sono gestite direttamente da questo ente, che in sé racchiude 91 comuni. Gli aspiranti Sindaci, perciò, in questa fase dovrebbero avere l’obbligo politico e morale di mettere al centro della loro agenda programmatica la città metropolitana e non relegarla ad argomento di terzo ordine. Manfredi, Maresca, Clemente e Bassolino non possono sottrarsi dall’illustrare quali sono i piani per l’intera area metropolitana e soprattutto quale sarà il grado di considerazione che avranno nel corso del loro mandato.


Nunzio Saviano

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